
Illustrazione a cura di: Simona!
Bunker Soratte nella montagna segreta
A pochi km da Roma, nelle viscere del Monte Soratte, nel Lazio, si trova una struttura unica nel suo genere. Si tratta di un bunker vicino al paese di Sant’Oreste. Un museo diffuso del “Percorso della Memoria”, dove sono ancora evidenti i segni del bombardamento avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Pochi sono a conoscerlo ed è per questo che ve ne vogliamo parlare. Scopramo insime in Bunker Soratte, visitabile con in bambini.
Al suo interno ci sono oltre 4 km di tunnel che risalgono all’epoca fascista, ma che contengono anche rifugi antiatomici della Guerra Fredda.
Un po’ di storia
Voluto da Mussolini e costruito nel 1937 nelle viscere del monte Soratte, a Nord di Roma, era nato per essere un rifugio antiaereo per le alte cariche dell’esercito Italiano.
Il Bunker non è mai stato utilizzato secondo progetto. Infatti, dopo il bombardamento su Frascati, una cittadina vicino Roma, nel 1943, il comando tedesco trasferì la propria sede all’interno del Bunker fino al 1945. La complessa struttura, era caratterizzata da gallerie rinforzate da uno spesso strato di cemento armato.
Il bunker, nel Giugno del 1945, viene pesantemente bombardato da una flotta di aerei americani B-17 ma resistette e sopravvisse. Uniche vittime furono le truppe tedesche di avvistamento e difesa antiaerea, oltre a poche sfortunate vittime civili.
Il vicino paesino di Sant’ Oreste venne risparmiato grazie a un personaggio che nel paese veniva chiamato San Francesco. Era un uomo, vestito con abiti sdruciti, che girava con una gabbietta per uccellini con cui parlava in una lingua che agli abitanti del luogo sembrava incomprensibile, forse inventata.
Finita la guerra gli abitanti di Sant’Oreste scoprirono la sua vera identità, quando l’uomo, in divisa dell’esercito britannico, tornò in paese: era una spia alleata che nascondeva nella gabbietta una ricetrasmittente che aveva usato per segnalare le postazioni di contraerea tedesche sulla montagna ed evitare il bombardamento sul paesino di Sant’Oreste, risparmiando molti civili da morte certa.
La costruzione oggi dopo il totale abbandono
Con la fine della guerra, il Bunker viene gradualmente abbandonato dai tedeschi, e dimenticato dagli italiani nel dopoguerra, fino al 1967. In quell’anno, i lavori ripresero in una parte del Bunker per adeguare le gallerie a rifugio antiatomico durante la Guerra Fredda. A fronte di costi importanti e certi, le attività di adeguamento si conclusero nel 1972. Da allora, fino all’inizio del 2000, sul Bunker Soratte scese la coltre del silenzio.
Oggi l’area appartiene al Comune di Sant’Oreste ed è diventato la sede di un museo storico diffuso: il Percorso della Memoria. Le gallerie sono visitabili grazie all’impegno della Libera Associazione Culturale Santorestese “Bunker Soratte”, che ancora oggi continua il suo lavoro di restauro degli ambienti con riproduzioni delle stanze svuotate all’epoca dopo la dipartita dei tedeschi.
L’Associazione promuove e valorizza il sito delle gallerie del Monte Soratte e la sua storia con eventi di apertura straordinaria e temporanea, durante i quali si possono effettuare le visite guidate del complesso. La visita dura in media un’ora e il percorso, completamente pianeggiante, è lungo circa 1 chilometro.
Il Bunker Soratte con i bambini.

Noi abbiamo avuto la fortuna di visitarlo nel week end di apertura straordinaria per la manifestazione “Bunker di Notte”. Per l’occasione sono stati presentati i nuovi allestimenti interni e proiettati i filmati originali del bombardamento del bunker Soratte avvenuto il 12 Maggio 1944 da parte degli alleati contro il Comando Supremo di Kesselring. Siamo entrati nelle viscere del monte accompagnati dalla guida, in un percorso ipogeo unico in Europa fino a raggiungere il Bunker Antiatomico del periodo della Guerra fredda.
Il percorso è iniziato nella sala di ingresso dove una volta erano state costruite delle casette in legno, che riproducevano le lussuose case degli alti gradi dell’esercito, per rendere ai tedeschi, fuori paese da molto tempo, il soggiorno in terra straniera meno sofferto. La visita si snoda nel percorso di 1 km (quello attualmente aperto al pubblico) fino ad arrivare al centro di comando, riprodotto fedelmente dall’associazione bunker Soratte, dove nostro figlio ha potuto interagire con la sala comando. Abbiamo trascorso all’interno circa 2 ore ed è stato un tuffo nella storia, grazie anche alla guida che ha tenuto alto l’interesse del suo pubblico, raccontando, non solo la storia in generale che possa essere più o meno conosciuta, ma anche storie delle vicende dei paesani di Sant’Oreste.
Nell’ area esterna abbiamo assistito alla rievocazione storica con veicoli d’epoca, figuranti in uniforme, atterraggio di paracadutisti e intrattenimento musicale in costume d’epoca. La sera, evento astronomico con il gruppo Astrofili Galileo Galilei, che hanno dato la possibilità di osservare il cielo dove i bambini ne sono rimasti affascinati.
Come arrivare
La modalità di accesso più veloce e consigliata è in automobile sfruttando il casello autostradale Ponzano-Soratte sull’A1 per poi proseguire in salita verso il centro di Sant’Oreste.

“Insieme a nostro figlio di 9 anni ci piace il trekking, andare in bicicletta e fare esperienze all’aria aperta.”