
Un tuffo nel Medioevo alla scoperta del Castello di Breno.
Quando il papà ci ha raggiunto per andare a Capo di Ponte abbiamo deciso di sfruttare al massimo i giorni che avevamo da trascorrere insieme.
In fase di progettazione del mio viaggio avevo un’idea molto precisa di ciò che, con Marco, avrei voluto fare: un tour itinerante in camper che comprendesse qualche giorno di cicloturismo puro, lungo la ciclovia dell’Oglio. L’intera idea del viaggio ruotava attorno a questa possibilità.
Certo, non sono una ciclista esperta, non ho grandi attrezzature e nemmeno una bici adeguata volendo ben guardare.
Viaggio con un bambino piccolo al seguito, trainato con un rimorchio biposto, per più di 30 kg di zavorra. Però era un mio grande desiderio. Mi sono informata il più possibile, leggendo, cercando sul sito ufficiale, chiedendo informazioni più dettagliate possibile.
Cosa c’entra tutto questo con Breno e il suo castello? Beh, alla fine le cose non sono andate proprio come avevo pianificato. Avrei dovuto lasciare il camper a Ponte di Legno e scendere verso Edolo, Breno, Bienno e arrivare fino al Lago d’Iseo in bici. Ma faceva troppo caldo, avremmo dovuto viaggiare sotto il sole con tratti che non erano nemmeno asfaltati. In più Trenord non consentiva, causa covid-19 e nuove e conseguenti regole, il trasporto della bici sul treno. E quindi anche il rientro sarebbe stato problematico.
Ci siamo quindi accontentati di percorrere alcuni tratti di questa ciclovia, seguendo comunque, anche se con il camper, le tappe prestabilite, paesini piccoli e poco conosciuti in Valcamonica.
E così, dopo le grandi avventure al parco nazionale di Naquane a Capo di Ponte, ci siamo spostati (per una volta comodamente in macchina, e visto il tempaccio è stata una fortuna!) direzione Castello di Breno . Avevo promesso a Marco che lo avrei portato a vedere un castello vero, dove tanto tempo fa vivevano i cavalieri, con armature, spade e quant’altro e questo, per quanto piccolo, ha saputo stupirci per diversi motivi:
1. Ingresso gratuito, lo abbiamo visitato interamente da SOLI. Solo noi, il castello, il vento e degli enormi nuvoloni neri che minacciavano tempesta e che hanno contribuito a creare un’atmosfera da battaglia medievale.
2. si trova in cima ad un colle che sovrasta il paese, e mi ha aiutato a far ben comprendere a Marco il funzionamento dei Castelli, perché venivano costruiti in alto? Cosa si poteva vedere da lassù? Come ci si difendeva dai nemici? Chi ci viveva?
3. è veramente ben conservato, circondato da una cinta muraria merlata, con 2 torri e, al suo interno, si possono trovare i resti della Chiesa di San Michele.
4. essendo situato in un paese piuttosto piccino, è tutto a portata di mano. Per accedere alla roccaforte si passa dalla piazza principale del paese (quando siamo andati noi era in fase di ristrutturazione) e ci sono quindi alcuni bei posticini in cui fermarsi a fare merenda e a pranzare.
Con una breve passeggiata (circa 15 minuti) siamo arrivati al castello, e ci siamo regalati un pic-nic sul prato con una vista davvero impagabile.
Al nostro ritorno al camper, abbiamo continuato a viaggiare sul filo della fantasia e siamo rimasti in un mondo che parlava di castelli e cavalieri, dopo averlo toccato con mano e aver giocato a nascondino tra le sue mura. Ci siamo rilassati leggendo “Il re è occupato” di Mario Ramos, Babalibri.
La nostra avventura del giorno si è poi conclusa…abbiamo salutato il papà, e ci siamo spostati con il nostro camper di qualche chilometro, destinazione Bienno.
Vi lasciamo le coordinate GPS, le nostre coordinate della felicità, che possiate farne buon uso!
Breno e il suo castello




Dacchè la vita me ne ha dato la possibilità, ho girato, ho cercato, ho scoperto… ho respirato a pieni polmoni ciò che il mondo mi ha donato.