
Illustazione a cura di: Simona!
Ecco una storia d’arte un po’ speciale. È il racconto di un monumento che fa parte della rete di musei di Brescia che puoi visitare con i bambini: Sirmione e il suo castello.
Il castello fa parte del network Passpartout.
Se vuoi puoi ascoltare la storia in podcast direttamente dal player qui sotto (se non lo visualizzi segui questo link su Anchor) oppure sulla tua piattaforma preferita (Spotify, Apple Podcasts ecc.).
Questa è la storia di un castello. Un castello singolare perché anziché sorgere sulla cima di una collina o di un poggio per dominare tutto il territorio circostante, come le fortificazioni più comuni, si trova sulle rive di uno specchio d’acqua. Non ti sembra un po’ strano? Cosa ci fa un castello in acqua?
In effetti non sta facendo un bagno in mare perché quest’acqua non è salata, né tanto meno irrequieta come quella del mare. È uno specchio d’acqua dolce e placida: un lago.
Si chiama Lago di Garda, forse lo conosci anche tu, perché è molto grande e famoso. Sulle rive meridionali del lago, a sud, una striscia di terra sottile e appuntita si fa strada tra le acque, imperterrita e tenace.
Proprio sulla punta di questa striscia sorge Sirmione, un piccolo borgo circondato dal lago. Quale modo migliore di difendere un luogo così esposto alla vista da ogni lato se non dotandolo di un castello al suo ingresso?
I Della Scala gran signori
Settecento anni fa il borgo di Sirmione era governato dalla famiglia Della Scala, i signori che dominavano Verona e il territorio veneto circostante. Può sembrarci strano perché oggi Sirmione è un comune di Brescia, in Lombardia; ma ci troviamo in una zona di confine ed è normale che in tutti questi lunghi anni ci siano stati un po’ di cambiamenti.
Un tempo infatti furono i signori Della Scala a essere così forti e potenti da riuscire a conquistare molte terre, che vollero difendere con una serie di fortificazioni, cioè castelli, torri e mura. Il castello più spettacolare che realizzarono è lacustre, ovvero sorge sulle rive del lago. È proprio il nostro castello di Sirmione, che chiamiamo Scaligero perché voluto e costruito dalla famiglia Della Scala, per proteggere quella famosa striscia di terra dagli attacchi nemici.
Per un po’ ci riuscirono in effetti, ma poi i signori di Milano prima e la repubblica di Venezia dopo conquistarono il castello e spodestarono i Della Scala.
Fortunatamente per noi il castello non è stato distrutto e anzi si è continuato a utilizzarlo negli anni a venire così che oggi possiamo ammirarlo e visitarlo.
Questione di ponti
Per entrare nel castello è necessario oltrepassare prima la porta del borgo: si attraversa uno stretto ponte sull’acqua e si è catapultati nell’atmosfera raccolta e un po’ magica di Sirmione. A questo punto per accedere al castello ci attende un altro ponte ancora più piccolo – te l’ho detto, no, che siamo proprio sulle rive del lago, su una striscia sottile sottile di terra? Oggi è in pietra, ma al tempo dei Della Scala era un autentico ponte levatoio, quindi fatto di legno e abbassato soltanto in caso di ingressi di amici.

Gli amici non erano cavalieri invitati alle feste che si tenevano nel castello, perché non si organizzava nessuna festa lì dentro. Era una fortezza difensiva e a viverci erano solo i soldati che lo proteggevano. Quando parlo di amici quindi intendo soldati amici!
Le tracce del ponte levatoio si notano ancora. Sopra la porta di ingresso si vedono tre grandi fessure che un tempo contenevano le travi che azionavano il ponte. Accanto a queste ci sono due stemmi in marmo bianco della famiglia Della Scala, un po’ come se fossero il nome sul campanello della porta di casa: questo castello appartiene ai Della Scala! Poi però i Veneziani ci hanno voluto aggiungere un leone con le ali, il leone di San Marco simbolo di Venezia, per far sapere a tutti chi erano i nuovi proprietari.
Se poi infine vogliamo entrare, oltrepassiamo il ponte e attraversiamo il rivellino, una specie di piccola torre che sporge verso di noi e ha la funzione di proteggere meglio l’ingresso.
Torri e mura merlate
Il cortile che si raggiunge è il cuore del castello e vi si affacciano il mastio, la torre più alta, e il cassero, un edificio basso che serviva da dormitorio per i soldati. Il mastio è davvero molto alto, 37 metri, perché doveva permettere di scorgere il nemico da grandi distanze ed era anche, ai piani più bassi, l’abitazione del castellano (e ancor più sotto la prigione dei nemici catturati).

Certo non doveva essere molto comodo abitare lì dentro, perché era un continuo sali e scendi tra i vari piani, e le stanze erano grandi al massimo quanto la larghezza della torre… non doveva essere una vita comoda quella del castellano! Tantomeno quella dei soldati, che dormivano tutti insieme e in caso di attacco dovevano lasciare rapidamente i loro giacigli e raggiungere i camminamenti delle mura. Qui accorrevano rifugiandosi dietro ai merli a coda di rondine per non farsi vedere né colpire e da qui potevano lanciare i loro proiettili.
Te la immagini la frenesia di quei momenti? “Camillo fammi passare che devo raggiungere la torre, sei in mezzo!” “Oh Antonio, se mi sposto sono fritto e il merlo non mi copre più!”
Una delle torri poi era utilizzata come uno scudo, per questo la si chiama scudata: al suo interno è vuota e rimane aperta sul cortile, così in caso di attacco nessun nemico avrebbe potuto rifugiarcisi, perché sarebbe rimasto visibile ai difensori.
Proprio da questa torre oggi è possibile salire fino al camminamento e giocare un po’ a rincorrersi tra un merlo e l’altro (dico così per dire, non sono sicura che sia una buona idea correre a quelle altezze).
Una piscina murata: la darsena
Però quello che rende davvero unico il castello di Sirmione, oltre alla distesa d’acqua che lo circonda, è la darsena che lo affianca, cioè una specie di recinto costituito da quattro mura poste a trapezio che circondano uno spazio completamente vuoto. O meglio, proprio vuoto non è, perché è uno spazio pieno d’acqua ed è come se fosse una piscina fortificata! Serviva per le imbarcazioni che riparavano dentro il castello: proprio dentro il castello non potevano entrare e allora venne creata questa porzione di lago circondata da mura, in modo che le imbarcazioni fossero protette. Non ti sembra intelligente?

Questa darsena in realtà non è l’unica in Italia, tutti i grandi porti sul mare ne avevano una (per esempio Venezia e Pisa) e tra l’altro non è nemmeno particolarmente grande. Però è eccezionale perché è la più antica ancora oggi visibile ed è appunto la meglio conservata con le sue mura ancora intatte. Puoi notare le differenze tra le due mura, quelle del castello e queste della darsena. Queste sono più basse e i merli che le difendono non sono a coda di rondine bensì squadrati, con la sommità che assomiglia a un tetto a capanna.
Una piscina interrata: la darsena cento anni fa
C’è stato un momento, fino a cento anni fa, in cui addirittura dentro la darsena si poteva camminare: non sulle acque ovviamente, ma sul cortile che si era formato a causa dell’interramento, a forza cioè di accumulare terra e detriti (puoi vedere una foto storica qui). Nel 1919 si è pensato che sarebbe stato bello poter tornare ad ammirare la darsena col suo specchio d’acqua e così fu ripristinata, riportata cioè allo stato originario. Per questo oggi possiamo vederla come era al tempo in cui funzionava come riparo per le imbarcazioni.
Se vai a visitarla potrai passeggiare lungo la banchina proprio a bordo dell’acqua, immaginando di salire sulla tua barca, e raggiungere la torre angolare scudata per ammirare il panorama. Occhio perché la banchina è proprio una banchina, senza alcuna protezione… Fai attenzione!
Se vai a visitare il castello o lo hai già fatto vieni a raccontarmi cosa ti è piaciuto di più: il mastio, i ponti, la darsena o il panorama?
Per l’adulto che legge
Cercando in rete notizie sul castello ti capiterà senz’altro di imbatterti in abbondanti informazioni turistiche e datazioni in 4 fasi della costruzione del castello. In realtà, recenti studi compiuti da studiosi e studiose del Ministero della Cultura hanno appurato che il castello è stato tutto costruito poco oltre la metà del Trecento.
Trovi utili informazioni, semplici ma corrette, sul depliant del castello a cura del Ministero.
Se invece vuoi fare indigestione di foto e vedere ogni dettaglio prima della visita, ti rimando a questo dettagliato articolo di un blog.

Ciao, sono Sara della Piccola Gerbera, così ho chiamato la mia attività professionale di storica dell’arte, educatrice museale e guida turistica (anche il mio bimbo di 6 anni mi chiama così, come se Piccola Gerbera fosse il mio cognome!).
Mi occupo di didattica dell’arte da prima che mio figlio nascesse. Fare didattica dell’arte per me significa comunicare la storia dell’arte a tutti, in particolar modo ai bambini e alle bambine, alle ragazze e ai ragazzi, e alle loro famiglie. Almeno ci provo, perché la bellezza dell’arte dei secoli passati possa raggiungerli, parlando la lingua di ciascuno e cominciando il prima possibile.
Ecco come lo faccio:
– attraverso il mio blog e i Racconti d’Arte, storie scritte e narrate ad alta voce da me su opere d’arte, in particolare del mio territorio (Pisa e Lucca);
– di persona, collaborando con alcune realtà museali (attualmente il Museo d’arte sacra di Camaiore e il Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci);
– organizzando personalmente visite guidate progettate per le famiglie.
L’incontro con Italia a piccoli passi mi permette oggi di arricchire la preziosa rete di relazioni tra luoghi, famiglie e attività vicine e affini a me. Di questo sono felice e grata!