Illustazione a cura di: Simona!

Ecco una storia d’arte un po’ speciale: è il racconto di un’opera complessa che puoi vedere nei musei di Varese con i bambini: Castelseprio e i suoi affreschi, che oggi si trovano in un parco archeologico.
Il museo fa parte del network Passpartout.
Se vuoi puoi ascoltare la storia in podcast direttamente dal player qui sotto (se non lo visualizzi segui questo link su Anchor) oppure sulla tua piattaforma preferita (Spotify, Apple Podcasts ecc.).

Questa è la storia di un antico borgo ormai scomparso, le cui tracce si perdono nel tempo e nel folto dei boschi non lontano da Milano. 

Mille e settecento anni fa – ho detto proprio m i l l e e s e t t e c e n t o – , alcune persone iniziarono a rifugiarsi sulle alture che si incontravano lungo la strada che collegava Como a Novara. Perché si rifugiavano? Perché in quel periodo dalle terre del nord arrivavano popoli battaglieri che distruggevano case e cose e c’era bisogno di trovare luoghi più riparati dove vivere. Quale posto ti sembra migliore di un’altura per questo? Se poi sulle alture ci si costruiscono anche castelli, con solide mura e porte ben difese, ci si sente ancora più al sicuro. 

In realtà tutto ciò non fu sufficiente e i Longobardi, così si chiamava il popolo battagliero, iniziarono a governare anche quest’area, chiamata all’epoca Seprio. 

Boschi e torri distrutte

Le cose con i Longobardi non andarono poi tanto male però, anzi. Ricchezza e prosperità regnarono per un certo tempo, fino all’arrivo di un altro popolo, i Franchi. Infine, dopo anni di lotte per la conquista di Milano tra alcune famiglie potenti, una di queste, la famiglia Della Torre, si rifugiò proprio nelle torri del castello di Seprio. Qui venne inesorabilmente sconfitta dalla famiglia Visconti, che rase al suolo tutte le fortificazioni e le case. Che disastro! Per giunta l’arcivescovo Ottone Visconti ordinò che mai più si ricostruisse né tanto meno si abitasse nell’antico castello. E così fu.

Per questo oggi le tracce del Castello di Seprio – Castelseprio – e del borgo vanno cercate nel verde dei boschi, all’interno di un parco archeologico.

Una piccola chiesa per una grande scoperta

Poco lontano dalle mura, fuori dalle porte, oggi possiamo ancora trovare tutta intera la piccola chiesa di Santa Maria foris portas, dove un po’ di tempo fa fu fatta una scoperta straordinaria. Le pareti della chiesa erano tutte dipinte con figure e storie moderne e si scoprì che sotto di queste si nascondevano dipinti più antichi, molto più antichi. Allora si decise di staccare con grande cautela queste pitture moderne, strappando in pratica uno strato di muro, e sotto furono scoperte immagini mai viste prima! O meglio, gli antichi abitanti di Seprio le conoscevano certamente, ma quando furono ricoperte, se ne perse la memoria.

I musei di Varese con i bambini. Castelseprio
Veduta della chiesa di Santa Maria. Foto di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

Una grande fortuna per noi poterle vedere oggi! Raccontano la storia di una giovane donna, Maria, e del suo figlioletto Gesù. 
La cosa straordinaria è come questa storia è raccontata. Dipinti così antichi, che hanno più di mille anni, oggi se ne vedono davvero pochi e per questo sono così interessanti e curiosi. 

Osserviamone qualcuno insieme, solo qualcuno perché sono tanti, e partiamo dal primo, dove Maria sta seduta su una panca con un comodo cuscino. 

I musei di Varese con i bambini. Castelseprio
Affresco con l’Annunciazione. Foto di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

Dischi dorati e cerchietti

Dietro la sua testa campeggia un enorme disco giallo con un contorno rosso: è un’aureola e serve a dire che Maria è una persona fuori dal comune, buona e giusta. Nella mano sinistra regge due fusi, delle specie di bastoncini su cui avvolgere un filo; servivano per filare, creare cioè un filo da un groviglio di fibre.
Maria è dunque impegnata a filare quando è costretta a interrompersi per volgere l’attenzione verso il giovane sospeso sopra di lei. Che meraviglia!

É un angelo con grandi ali che lo sostengono mentre plana a terra. Ha una discreta acconciatura con tanto di cerchietto che trattiene i capelli, un’aureola azzurra, una lunga bacchetta nella mano sinistra e un mantello che lo avvolge. La mano destra sembra stia contando fino a tre con le dita, rivolta verso Maria, ma in realtà la sta benedicendo.
Ce n’è bisogno, perché le sta dando la notizia delle notizie: “Ciao Maria, ti informo che Dio ha deciso di venire sulla terra e per farlo nascerà come un normale bambino. Ah, quel bambino è già dentro la tua pancia e lo partorirai tu”. “Io?!” sembra dire Maria con quell’indice rivolto verso il suo mento.

Turbamenti e mani eloquenti

In effetti la notizia è piuttosto forte, soprattutto se pensi che la ragazza è molto giovane e non ha neanche un marito o un compagno, solo un promesso sposo. Nonostante ciò il suo viso non sembra particolarmente turbato, lo è molto di più quello della donna alle sue spalle, che forse è un’amica, una parente, qualcuna che stava in quel momento a casa con lei. La donna sembra spaventatissima alla vista dell’angelo: si porta le mani al viso dalla paura e piega le sopracciglia per esprimere stupore e preoccupazione. 

Purtroppo gli affreschi – così si chiamano i dipinti su muro quando vengono realizzati sull’intonaco fresco – sono molto rovinati e non possiamo notare molti altri dettagli, ormai cancellati. Ma possiamo concentrarci sulle mani dei tre protagonisti che invece sono ancora molto ben visibili e compiono gesti elegantissimi. A me piacciono molto.

I musei di Varese con i bambini. Castelseprio
Affresco con l’angelo Gabriele che appare a Giuseppe. Foto di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

Angeli messaggeri per promessi sposi addormentati

Più avanti lo stesso angelo con cerchietto tra i capelli e aureola azzurra torna in volo a visitare un’altra persona mentre dorme. La parte del viso è cancellata, ma sappiamo dalla Bibbia, il libro che racconta questa storia, che si tratta di Giuseppe, il promesso sposo di Maria.
Qui è semidisteso su un materasso rosso e dorme vestito di tutto punto dentro la sua casa. Immaginiamo che si tratti della sua casa perché a sinistra e a destra sono ben visibili due colonne e sullo sfondo si notano archi di un edificio, come se ci trovassimo al suo interno, mentre a destra si vede un’altra casa in lontananza, forse da un’apertura della stanza di Giuseppe.

L’angelo questa volta ha uno sguardo più severo. Il suo attuale compito è ancora più delicato del precedente. Giuseppe è arrabbiatissimo con Maria perché ha scoperto che aspetta un bambino e teme che si sia innamorata di qualcun altro; loro sono appena fidanzati, non si conoscono neanche tanto bene e insomma, non è lui il papà di questo bambino (per quanto ne sa, tra l’altro, potrebbe anche essere una bambina). La storia che le ha raccontato Maria, di Dio che diventa un bambino e decide di nascere proprio da lei, non l’ha mica convinto.

Ecco che c’è bisogno dell’intervento di Gabriele, l’angelo col cerchietto, che risoluto gli svela in sogno: è tutto vero, fidati che è meglio. 

I musei di Varese con i bambini. Castelseprio
Affresco con il viaggio verso Betlemme. Foto di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

Viaggi di fortuna

E allora Giuseppe accetta il suo destino, prende Maria con sé, la sposa e quando ormai il tempo del parto è vicino si mette in viaggio con lei verso Betlemme. Non è il loro viaggio di nozze, sarebbero stati un po’ avventati a farlo così vicino alla nascita del figlio.
Sono costretti ad andare a Betlemme perché è stato indetto un censimento, cioè un conteggio di tutti gli abitanti della Giudea e non c’è altra possibilità che presentarsi fisicamente negli uffici addetti; non si può fare via mail, internet né tanto meno per posta normale. Che disdetta!
Maria è piuttosto stanca. Sulle pareti di Castelseprio non si nota, ma ha un bel pancione e il suo viso è preoccupato. Meno male che Giuseppe ha trovato un asino su cui farla sedere perché si stanchi il meno possibile (poco importa se poi a stancarsi è l’asino, che sembra protestare con una smorfia del muso), mentre lui procede a piedi, e scalzo.
Non è neanche tanto giovane Giuseppe, perché ha capelli e barba bianchi, ma si appoggia a un bastone e si vede che cerca di dare coraggio a Maria, spronandola mentre si allontanano dalla porta della città e dalle sue mura.
Chissà se sono come quelle che una volta circondavano Castelseprio.

Nascita di Gesù
Affresco con la nascita di Gesù e l’annuncio ai pastori. Foto di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

Tempo di nascite

Sai già vero come va a finire? Cosa succede mai quando ci si ritrova tutti nello stesso posto negli stessi giorni perché c’è un grande evento? Che non si trova un letto per dormire! Figurarsi Giuseppe e Maria, che per quanto insistano alla fine riescono solamente a trovare rifugio in una grotta. É proprio lì che decide di nascere Gesù, come l’angelo Gabriele aveva raccomandato a Maria di chiamare il bambino (“avrai un figlio e lo chiamerai Gesù”, così aveva detto).
Troviamo Maria distesa e affaticata su un giaciglio candido e puro come lei, nonostante il parto e nonostante la grotta.

particolare Nascita di Gesù
Affresco con particolare della nascita di Gesù. Foto di Sailko – Opera propria, CC BY 3.0

Fortunatamente ci sono alcune donne che si prendono cura del piccolo Gesù e gli fanno il primo bagnetto. Questa parte è molto sciupata ma si vedono bene sotto Maria i volti sorridenti e attenti delle due donne e quello sereno di Gesù, circondato da una grande aureola azzurra. Anche Giuseppe si riposa seduto lì accanto, mentre si volta a controllare che tutto proceda bene.

Nel frattempo fuori della grotta l’angelo Gabriele avvisa i pastori con le loro pecore che è successa questa cosa straordinaria: è nato Gesù, il figlio di Dio, andate a trovarlo!

Anche voi andate a trovarlo! A Castelseprio, su quelle mura che mostrano immagini incredibilmente antiche. Se le trovi in mezzo al bosco, non lontano da Milano, passa a raccontarmelo!

Per l’adulto che legge

Gli affreschi di Castelseprio sono una vera rarità nel panorama della storia dell’arte e per questo molti studiosi e studiose li hanno analizzati e hanno fatto ipotesi non tutte concordi. Grazie anche a sofisticate indagini tecniche degli ultimi anni, sembra molto probabile che la loro datazione vada collocata nel X secolo, cioè tra il 901 e l’anno 1000. Puoi trovare informazioni dettagliate ma comunque comprensibili sulla scheda del sito dei beni culturali della Lombardia.

La loro eccezionalità ha fatto sì che nel 2011 siano stati inseriti con la chiesa di Santa Maria e tutto il complesso del castrum e del borgo nel sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, insieme ad altre 6 località italiane. Trovi alcune notizie interessanti sul portale web dedicato a questo sito seriale, partendo da Castelseprio e dal vicino monastero di Torba.

Anche in questo itinerario descritto sul sito Treccani trovi notizie semplici e interessanti. C’è anche un video che ti permette di comprendere meglio gli ambienti e gli spazi, utile.

Infine, se gradisci un grande riassunto di tutto ti segnalo la pagina di Wikipedia, attendibile e completa.

La Piccola Gerbera

Ciao, sono Sara della Piccola Gerbera, così ho chiamato la mia attività professionale di storica dell’arte, educatrice museale e guida turistica (anche il mio bimbo di 6 anni mi chiama così, come se Piccola Gerbera fosse il mio cognome!).

Mi occupo di didattica dell’arte da prima che mio figlio nascesse. Fare didattica dell’arte per me significa comunicare la storia dell’arte a tutti, in particolar modo ai bambini e alle bambine, alle ragazze e ai ragazzi, e alle loro famiglie. Almeno ci provo, perché la bellezza dell’arte dei secoli passati possa raggiungerli, parlando la lingua di ciascuno e cominciando il prima possibile.

Ecco come lo faccio:
- attraverso il mio blog e i Racconti d’Arte, storie scritte e narrate ad alta voce da me su opere d’arte, in particolare del mio territorio (Pisa e Lucca); 

- di persona, collaborando con alcune realtà museali (attualmente il Museo d’arte sacra di Camaiore e il Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci); 

- organizzando personalmente visite guidate progettate per le famiglie.

L’incontro con Italia a piccoli passi mi permette oggi di arricchire la preziosa rete di relazioni tra luoghi, famiglie e attività vicine e affini a me. Di questo sono felice e grata!

Scopri i mie contenuti!

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