
Illustazione a cura di: Simona!
Tre borghi fantasma nell’appennino parmense con i bambini , storie enigmatiche e cruente di paesi in cui la vita sembra essere scomparsa all’improvviso.
Paesaggi scenografici, misteriosi e suggestivi. Un itinerario fuori dalle rotte del turismo di massa.
E’ novembre, carichiamo i bambini in macchina e partiamo a caccia di fantasmi.
Casacca, uno dei borghi fantasma nell’appennino parmense con i bambini:




CASACCA è un antico borgo medievale nel comune di Berceto. Abbandonato negli anni ’50 forse perchè gli abitanti cercavano un lavoro piu sicuro, o semplicemente una vita più facile e moderna, è stato lasciato a se stesso per quasi mezzo secolo.
Imbocchiamo la via che dal fondo valle porta proprio nel luogo in cui sorge questo borgo. Lasciamo la macchina lungo la strada proprio prima di una sbarra, dove, sotto di noi passa l’autostrada. Proseguiamo il nostro percorso a piedi su strada asfaltata e poi su una mulattiera. Sulla nostra sinistra scorgiamo l’altura sulla quale sorge Casacca. Ad accoglieci al nostro arrivo la chiesa con l’annesso sagrato, la oltrepassiamo ed entriamo dal cancello in ferro con inciso sopra il nome del borgo. Camminiamo lentamente nei suoi vicoletti fiancheggiati da case in sasso dove lo sguardo cerca qualcosa dentro le finestre, un’ombra forse. L’idea che potrebbe essere abitato da fantasmi ti fa sussultare ogni volta che senti un qualsiasi scricchiolio sotto i piedi. Il vicolo si apre sul cortile antistante la casa così detta “del dottore” dove, in anni passati, venivano sfidati gli amici in sedicenti prove di coraggio.
Nel 2001 è stato acquistato e lentamente ristrutturato.
Oggi è il posto ideale per un pic nic o una sosta dove la vista si perde lunga tutta la val Taro.




La sosta a Corchia
Recuperiamo l’auto e decidiamo di fermarci a mangiare la pizza al testo a Corchia, un altro borghetto che dista solo 20 minuti, una vera specialità!
CASE (CA’) SCAPINI il secondo dei borghi fantasma nell’appennino parmense con i bambini




CASE (CA’) SCAPINI, vicino a Bardi,è la nostra destinazione. Lasciamo l’auto in fondo alla mulattiera (che in realtà è percorribile anche in fuoristrada) e costeggiamo il torrente Toncina. In un istante, verso destra,appare un gruppo di case di sasso, diroccate in parte, dove la vegetazione ha preso il sopravvento. Ci avviciniamo e decidiamo di sbirciare dentro. Qui la vita sembra davvero essersi fermata la sera prima. Sedie e tavoli ancora al loro posto, abiti e scarpe (almeno quel che ne resta) ancora negli armadi, come se si fosse dovuti scappare all’improvviso. Risaliamo la strada sterrata che ci conduce ad un mulino. Decidiamo di andarcene ma vogliamo scoprire perchè non ci abita nessuno. Cos’è successo? Le leggende legate a questo borgo sono molte,la più accreditata vuole che gli abitanti se ne siano andati dopo un eccidio nazista che a visto protagonisti diversi bambini, e proprio di quei bambini nella notte puoi sentire gli scarpini camminare.
Un luogo spettrale e suggestivo ai confini dei boschi dove puoi respirare una vita contadina scomoda fatta di fatiche.
Riprendiamo l’ automobile, è ormai metà pomeriggio, ma a soli 30 minuti d’auto c’è il terzo borgo.




Vosina, il terzo borgo fantasma:




VOSINA, nel comune di Bardi, è chiamato anche “il paese dei soldati abbandonati”. Lasciamo la macchina subito dopo il paese di Santa Giustina e percorriamo una strada sterrata, attraversiamo il torrente Lecca e lo costeggiamo fino ad avvistare la Maestà. Qualche casa diroccata ,fa da sfondo ad un paesaggio lugubre. Qui qualcuno ha cercato di ridar vita al paese negli anni. Entriamo in un’ abitazione. C’è la cucina con il camino, una credenza e qualche piatto rotto. Sulla destra c’è una porta aperta, è la stalla e scorgiamo qualche sedia ancora impagliata e dei recinti in legno.
Anche in questo luogo non manca una storia da raccontare.Nei boschi vicino, vi fu una cruenta battaglia tra soldati e partigiani. I partigiani, conoscendo il territorio, ebbero la meglio e seppellirono i soldati nel bosco. Le anime di quest’ultimi hanno cominciato ad aggirarsi lungo le vie del borgo facendo sentire la loro voce.
Ormai è sera, e rientriamo di corsa verso casa, che se anche i fantasmi non esistono, non si sa mai












Siamo Elisa e Cristiano e insieme ai nostri figli Emma, Sebastian e Isabel siamo i felici come noi.
Siamo una famiglia non ordinaria, ricostruita, e tra mille impegni di lavoro, e di gestione nel 2020 abbiamo deciso di iniziare questo progetto per parlare a quante più persone possibili della nostra passione per i viaggi, spesso legate a mete fuori dal turismo di massa, piccole chicche nascoste spesso presenti nel nostro territorio. Viaggiare e scoprire,sono le cose che più ci rendono felici, per questo abbiamo deciso di chiamare la nostra pagina proprio felici come noi. Siamo di Parma ed è da qui che partono tutte le nostre avventure.
Siete stupendi grazie per farci viaggiare tramite i vostri occhi
Grazie! È il nostro primo articolo, e siamo molto emozionati.